giovedì 20 febbraio 2014

SIMENON SIMENON. MA CERVI E MAIGRET... SI SOMIGLIANO?

Iniziamo, come promesso,
la nostra celebrazione 
del 40° anniversario 
dalla scomparsa di Gino Cervi,
con un post 
che spiega perchè, a nostro avviso,
il personaggio di Simenon 
e l'attore italiano si somiglino 
così tanto e di conseguenza 
illustra i motivi per cui Cervi 
possa essere considerato 
uno dei migliori interpreti 
del commissario simenoniano.



Cervi è bolognese di nascita. Famiglia di buona borghesia quella "buona" degli inizi del '900 e il padre era il critico teatrale del Resto del Carlino. Bologna di quell'epoca era un città di circa 150.000 abitanti, ancora a misura d'uomo, come si dice, dove i valori umani e delle cose semplici sono una caratteristica intrinseca dei suoi abitanti. Saltiamo, questa volta, a piè pari tutta la vita e l'attività professionale di Gino Cervi e facciamo un gran salto fino al 1964, quando il regista televisivo Mario Landi deve realizzare degli sceneggiati tratti dalle inchieste del commissario Maigret che tanto successo avevano avuto in Italia nelle edizioni Mondadori. Si trattava di scegliere l'attore che avrebbe interpretato il protagonista. La grande versatilità di Cervi a passare dai ruoli più sofisticati in teatro a quelli più popolari al cinema, ne faceva un attore di grande affidabiltà. Ma quale che fossero le motivazioni che portarono la produzione Rai (allora per l'emittente nazionale c'era Andrea Camilleri) a optare per Cervi, la scelta si rivelò azzeccatissima, se non altro per il successo che ebbe sia la seriesia per quello personale del'attore.


Ma analizzati più da vicino i due presentano più di un'analogia. A partire dall'aspetto massiccio, lo sguardo burbero, ma in certe occasioni anche un'aria un po' pacioccona, da bambinone cresciuto. Da bravo bolognese Cervi era un buogustaio come Maigret, nato invece in campagna e abituato a cibi semplici, saporiti e genuini. Ma questo non riguarda solo l'aspetto gastronomico, l'essere buongustaio qui vuol dire saper gustare le altre cose della vita, anche le più piccole e le più semplici.
E già questo basterebbe per fare di Cervi un Maigret, molto vicino al personaggio che Simenon aveva ideato. Non scordiamci poi che Cervi si portava dietro l'immagine di quel sindaco comunista campagnolo della serie cinematografica Don Camillo e l'onorevole Peppone, produzione italo-francese degli anni '50 con Fernandel che aveva reso molto popolare l'attore sia in Italia che in Francia (tra l'altro alcuni di questi film furono diretti da Julien Duvivier che era stato il regista di un paio di film tratti dai romanzi di Simenon: 'La tete d'un homme' 1933 e 'Panique' 1947). Insomma, sia pur cinematografiche, Cervi poteva vantare nell'immaginario collettivo delle ascendenze campagnole, come quelle che Simenon aveva immaginato per Maigret, figlio di un gestore di un fondo agricolo. 
E dove finiscono le analogie, subentra la consumata maestria dell'attore. Cervi non aveva mai fumato la pipa. Eppure con qualche lezione di mastro-pipai romani, divenne sullo schermo un fumatore di pipa credibilissimo. E questo non è un particolare da poco visto che di quest'oggetto Simenon ne aveva fatto uno dei segni più distintivi del suo commissario.
E poi non bisogna scordare che per la sceneggiatura furono chiamati nomi anche come Diego Fabbri e Romildo Craveri
Burbero al punto giusto, a volte confidenziale, raramente collerico, brusco e paternalistico con i suoi ispettori, Cervi incarna naturalmente gli stati d'animo del comissario. Ma Cervi era a suo modo pigro cosa che gli permetteva i interpretare alla perfezione quelle fasi dell'indagine in cui Maigret non fà altro che guardarsi intorno, fumare la pipa e impregnarsi dell'atmosfera che lo circonda. E poi all'attore Maigret piaceva: "...il fatto è che nella mia lunga carriera non mi sono mai innamorato di un personaggio  come di questo - disse al giornalista Angelo Gangarossa - Io a Maigret voglio un bene dell'anima. Mi piace tutto di lui, anche quello che mangia e che beve. Forse Maigret è un  oriundo emiliano...".   

2 commenti:

  1. Pour ma part, ce que j'ai apprécié dans le jeu de Cervi alias Maigret, c'est son interprétation très humaine du personnage. Il a bien su rendre le côté bougon du commissaire, ses quelques colères homériques, mais aussi la touche d'humour qui convient au personnage. Un autre point positif, c'est le couple qu'il formait avec Mme Maigret (Andreina Pagnani), très crédible. Cervi était peut-être un peu trop volubile pour un Maigret, plus volontiers taciturne, mais cela faisait sans doute partie de l' "italian touch".. ., et on le lui pardonne volontiers ! De toute manière, c'est la force du personnage de Maigret d'arriver à "déteindre" sur celui qui l'interprète, et c'est pourquoi la plupart des acteurs qui l'ont incarné ont réussi à être crédibles dans le rôle...

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  2. Se mi è permesso un appunto, è che la pigrizia di Cervi ha fatto sì che a volte la sua continua lettura del gobbo sia stata eccessiva al punto tale da essere fastidiosa e sopravanzare i pregi giustamente presentati nell'articolo.
    GC

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