Di quali elementi si serviva lo scrittore per realizzare le proprie opere?
SIMENON SIMENON. LES INSTRUMENTS SCRIPTURAUX DU ROMANCIER
De quels éléments se servait l'écrivain pour réaliser ses propres œuvres ?
SIMENON SIMENON. NOVELIST'S WRITING INSTRUMENTS
What elements did the writer use to create his works?
Dei rituali di scrittura di Simenon si parlato tantissimo. Le pipe pronte per essere fumate, le buste di Manila con gli appunti preliminari, gli elenchi del telefono per cercare nomi e cognomi, l'occorrente per bere, e, per un certo periodo, una serie di matite ben appuntite, insomma tutto un contorno quasi indispensabile, come pure la sequenza di fasi che lo preparavano alla scrittura e che assumevano quasi il sapore di riti scaramantici. Ma più in dettaglio quali erano le preferenze dello scrittore?
Le ritroviamo in una lettera che contiene le risposte del romanziere stesso ad un anonimo studente della Università di Parigi, La Sorbona. La lettera fu resa pubblica grazie all'intervento di John Simenon e poi fu anche inclusa nel Cahier de L'Herne dedicato a Simenon (curato nel 2013 da Laurent Demoulin).
Da questa lettera vengono fuori alcuni elementi già noti, altri invece non proprio di dominio pubblico.
Ad esempio il colore d'inchiostro preferito da Simenon: "il giallo e l'arancio (o l'albicocca matura" . Anche se poi per scrivere i suoi romanzi afferma di utilizzare un più ordinario inchiostro blu-nero.
All'inizio, alcune prime stesure dei romanzi erano fatte a matita. Ma per i Maigret è stata usata sempre la macchina per scrivere.
E le cancellature? Simenon risponde che lui cancella pochissimo, "soltanto le parole inutile, come aggettivi, avverbi, etc, e non ne aggiungo mai al testo".
Questo ci da la misura di quanto il romanziere procedesse veloce e sicuro nella scrittura.
Un modo di scrivere che rivela una capacità di narrare di getto, senza lavorare sull'architettura della frase, senza sostituzione di termini, nessuna indecisione su quale parola utilizzare o su quello che ha appena scritto.
Ma torniamo agli strumenti della scrittura. Simenon ama le belle carte, ma nella sua vita si è trovato a scrivere sulla carta intestata degli alberghi, sui quaderni, sulla carta velina... Questo a testimoniare come la sua attività avesse certamente dei rituali e delle abitudini, ma quando Simenon scriveva in viaggio, quando si trovava all'estero non aveva problemi, la sua capacità di scrivere in quelle occasioni prevaricava la necessità di "apparecchiare" in un certo modo il tavolo della scrittura.
Certo la macchina per scrivere diventa uno strumento essenziale per lo scrittore.
"...la macchina per scrivere, che vi trascina con il suo ritmo, evita i ripensamenti e permette così una maggiore spontaneità, io seguo i miei pensieri, senza sapere dove mi condurrà...".
"...la macchina per scrivere, che vi trascina con il suo ritmo, evita i ripensamenti e permette così una maggiore spontaneità, io seguo i miei pensieri, senza sapere dove mi condurrà...".
Questo strumento di scrittura quindi aumenta quella sorta di automatismo che s'impossessa di Simenon quando si siede a scrivere e che gli consente di andare avanti come se già sapesse a memoria quello che doveva raccontare e come doveva farlo.
Non è difficile comprendere come qualche scrittore invidiasse questo istinto di Simenon, e come fosse nata la voce che la sua velocità di scrittura andava a detrimento della qualità delle sue opere. Ma quando tutto questo fu superato, si volse completamente a suo favore. Conciliare la velocità e la qualità era una caratteristica che faceva di Simenon un romanziere particolare, molto dotato e quell'essere fenomeno solo per la sua capacità di scrivere fino ad ottanta pagine al giorno, si trasformò e divenne il "fenomeno Simenon" che significava uno scrittore al di fuori della norma che si staccava nettamente dagli altri romanzieri del'900. (m.t.)
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