mercoledì 6 dicembre 2017

SIMENON SIMENON. MAIGRET E' UN PERSONAGGIO DAVVERO ORIGINALE?

Quali caratteristiche e tratti del commissario ritroviamo in altri investigatori letterari?

SIMENON SIMENON. MAIGRET EST-IL UN PERSONNAGE VRAIMENT ORIGINAL?
Quels caractéristiques et traits du commissaire retrouvons-nous dans d'autres enquêteurs littéraires?
SIMENON SIMENON. IS MAIGRET A TRULY ORIGINAL CHARACTER?
Which of the Chief Inspector’s features and traits do we find in other investigators in literature?



Quando Simenon si mise a progettare il proprio debutto nella letteratura seriale poliziesca, con romanzi finalmente firmati con il proprio nome, passò un po' di tempo ad affinare e a mettere insieme tutte quelle caratteristiche che avrebbero contraddistinto il proprio commissario. Infatti Maigret fa capolino in alcune opere popolari poliziesche, talvolta con un ruolo minore, altre quasi da protagonista. Un processo che permise, prima del debutto ufficiale, di mettere a punto come protagonista delle inchieste un personaggio davvero originale.
Successo e fama arrisero subito al personaggio, dando ragione a Simenon che tanto aveva lavorato e lottato per proporlo proprio in quel modo.
Ma vogliamo qui insinuare un dubbio (legittimo o no? Alla fine vedremo...). 
Ma certe caratteristiche non erano già state utilizzate da altri autori per i loro investigatori letterari?
Iniziamo dal caso più evidente e clamoroso. Sherlock Holmes fumava la pipa già prima di Maigret e già prima del commissario simenoniano ne aveva fatta un'icona del suo personaggio. Ciò accadeva nella 1887 all'uscita del primo titolo della serie A Study in Scarlet, quarantaquattro anni prima del debutto di Maigret. 
E che dire dello chapeau-melon che spesso Simenon fa indossare al suo commissario?
Possiamo dire che Hercule Poirot, lo indossava già dal 1920 quando debuttava con il romanzo di Agatha Christie, Poirot a Styles Court.  
Passiamo adesso a quell'aria burbera al limite dello scorbutico che non di rado Maigret assume in determinate situazioni. Beh... ci fa venire alla mente lo stesso atteggiamento di un altro detective  letterario, per altro agli antipodi del commissario, quel Philo Vance inventato nel '26 da S.S. Van Dyne che lo stesso autore descrive come... "un solitario pensatore e i suoi tratti severi, allo stesso tempo cogitabondi e introspettivi, fungevano da barriera...".
Passiamo adesso al cibo. Sappiamo che Maigret è un buongustaio, a cominciare dai manicaretti che gli prepara a casa M.me Maigret, alle mangiate alla Brasserie Dauphine, proprio sotto a Quai des Orfèvres, a tutto quello che ingurgita: panini imbottiti, la birra, i pranzi nelle brasserie, i bicchieri di bianco per quando la gola é secca, il calvados quando fa freddo.... e così via. Ma se ci pensiamo bene c'è un'altro un detective "mangione" ma molto raffinato nell'alimentazione, benché americano. E' Nero Wolfe, che quanto a quantità di cibo e stazza supera il commissario simenoniano...
E invece no. 
Wolfe compare nella sua prima avventura scritta da Rex Stout "solo " nel 1934 con Fer de Lance, vale a dire tre anni dopo il debutto ufficiale di Maigret. 
E andiamo allora a rivedere con occhio critico le analogie che abbiamo illustrato più sopra. 
Non è vero che Conan Doyle avesse creato con Sherlock Holmes un incallito fumatore di pipa. Questo è quello che si deduce guardando le apocrife illustrazioni e le ricostruzioni nei film. Al contrario l'investigatore inglese non fumava la famosa pipa calabash, ma normali pipe, ma alternandole con i sigari e le sigarette (come non indossava il deerstalker, tipico copricapo dei cacciatori inglesi).
Lo chapeau-melon lo vediamo sul cranio tondo e pelato di David Suchet, l'attore che ha spessissimo interpretato Poirot sullo schermo, ma in realtà sui libri ama sfoggiare vari tipi di copricapo, in ossequio alla sua maniacale attenzione nel vestire, nell'abbinare colori e nel curare i suoi leziosi baffi. Insomma il contrario di un Maigret che, senza le cure di sua moglie, sarebbe abbastanza trasandato.
E il burbero cipiglio di Philo Vance è frutto di una sorta di complesso di superiorità nei confronti degli altri, guardati spesso altezzosamente dall'alto in basso. L'accigliato e imperscrutabile sguardo di Maigret è invece una difesa, un'aria burbera a severa che gli serve per erigere un muro tra sé e gli altri nelle circostanze in cui gli é necessario isolarsi o non vuole confondersi con gente che non gli aggrada.
Insomma in fin dei conti, aldilà delle apparenze, le originalità di Maigret sono vere, sono frutto della fantasia d Simenon (che non ha certo rubacchiato qua e là... anzi...), capace di creare un personaggio davvero nuovo nel panorama dei detective letterari degli anni '30, (m.t.) 

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