mercoledì 20 dicembre 2017

SIMENON SIMENON. LA PERCEZIONE FISICA NELLE OPERE DEL ROMANZIERE

Quanto vale sentire la realtà fisica dell'uomo e con quale capacità lo scrittore le trasferisce nei suoi personaggi?

SIMENON SIMENON. LA PERCEPTION PHYSIQUE DANS LES OEUVRES DU ROMANCIER
Quelle est l'aptitude de l'homme à ressentir la réalité physique, et avec quelle capacité l'écrivain la transfère dans ses personnages?
SIMENON SIMENON. PHYSICAL PERCEPTION IN THE NOVELIST’S WORKS
What is the man’s aptitude for feeling physical reality and with what capacity does the writer transfer it to his characters?




La letteratura simenoniana benché sia connotata fortemente da intrecci psicologici di un certo spessore e dalla profondità di molte considerazioni sulla psiche di questo o quell'altro personaggio, rimane anche radicata nella realtà fisica, tramite la percezione degli elementi materiali. E di questo ne troviamo esempio anche nello stile, così connotato pure da quelle che lo stesso Simenon chiamava mots-matière, termini che ci trasportano nel mondo della concretezza con un rapporto tra linguaggio scritto e realtà rappresentata che risulta estremamente lineare e diretto.
Questo ci porta a ragionare sull'importanza che la fisicità, e la sensibilità del romanziere nei suoi riguardi, hanno avuto nella sua opera. Ad esempio nei romans-durs troviamo spesso situazioni di relazioni e rapporti sessuali che ci vengono descritti con un taglio quasi iperrealstico (pensiamo ad alcune scene de "La Chambre bleue"). Ma l'attenzione verso le donne e il sesso che lo scrittore mostrava nella sua vita non ci deve portare fuori strada. Infatti la stessa attenzione la ritroviamo, in modo del tutto diverso, anche nei Maigret. Quando entra in scena il commissario, lo fa con una serie di attributi fisici che recitano in qualche modo un ruolo da protagonisti. La sua mole massiccia, il contatto diretto che ha con alcuni oggetti: le sue pipe, la stufa a carbone del suo ufficio, i boccali di birra...
Il contatto delle sue mani poggiate sulle cose che lo circondano, come a stabilire una simbiosi, tanto che Simenon stesso sembra voler anche lui toccare quelle pipe, quei boccali... e ce li descrive come fossero lì, a portata di mano, tangibili... anche per noi.
Ma da dove viene questa sensibilità per gli aspetti materiali, più concreti? Simenon è stato sicuramente un notevole osservatore, catturava i discorsi delle persone in strada, registrava sicuramente le più piccole variazioni di movimento, di espressione della gente, ma sapeva analizzarle, scomporle, comprenderle per poi ricostruirle sulle sue pagine con una vividezza che coinvolgeva i personaggi, l'ambiente e le famose atmosfere (meno tangibili, ma non per questo meno reali).
Insomma un Simenon che viveva immerso in un mondo fisico, un mondo da cui non voleva certo distaccarsi, ma che anzi, quando scriveva, portava sulle sue pagine che infatti hanno un sapore di quotidianità, di cose concrete che realizzano quella vicinanza con chi legge che così ritrova il proprio mondo, le proprie sensazioni fisiche.
E Simenon, maestro nel dosare gli elementi psicologici e quelli più sensoriali, è un romanziere e un narratore che davvero lascia il segno in coloro che lo leggono... anche solo una volta. (m.t.) 

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