Oggi la seconda parte del post della nostra attachée Murielle Wenger la cui prima parte abbiamo messo on-line ieri. Ricordiamo a tutti coloro che volessero far parte degli attachés de Bureau Simenon-Simenon potranno scrivere all'indirizzo mail simenon.simenon@temateam.com
Roma - dalla nostra inviata Murielle Wenger - ... (segue) Nel 1946 stabilitosi in Canada, Simenon scrive dapprima Trois chambres à Manhattan, ma il suo secondo romanzo americano sarà ... un Maigret. Perchè riprendere il personaggio in quel momento, in cui aveva per la testa altre idee per altri romanzi? Forse per divertimento: che piacere descrivere il suo eroe franco-francese alle prese con l'american way of life ! E poi Maigret a New York è un po' il Simenon che va scoprendo gli Usa, un parallelo nato dall'autore stesso... Ma il quel momento non pensa in prospettiva: il suo eroe è ancora in pensione e se riparte è solo perché spinto dalla curiosità di comprendere e la voglia di rispondere ad una sollecitazione...
Non importa, il suo creatore ce lo ha spiegato bene:
"Degli imbecilli, ogni tanto, gli domandano con un mezzo sosrriso che suscitano la sua collera:
- Troppa nostalgia di Maigret?
Nostalgia di che? Dei grandi corridoi freddi della Polizia giudiziaria, delle inchieste infinite, dei giorni e delle notti trascorsi alla caccia di una qualsiasi canaglia?
Bene! Era davvero felice."
Non era felice?... Allora ecco cos'é che ora gli fa lasciare lo stesso il suo giardino dell'Eden, se non è la nostalgia. La voglia di scoprire il Nuovo Mondo, come il suo autore? Il bisogno irrefrenabile di conoscere anche quegli uomini? O semplicemente il piacere che Simenon va scoprendo poco a poco di alternare romanzi di Maigret e romans durs...
Perchè è quello che va succedendo: ogni anno vede la stesura di romanzi di due tipi, con una una sorta di equilibrio tra le due produzioni. Con il passare del tempo Maigret rappresenta per lui un contappunto, un contrappeso, mettendo al centro dell'opera una volta la leggerezza, permettendosi di toccare argomenti che non è riuscito a trattare nei romans durs.
Dopo Maigret à New York, Simenon scrive prima quattro racconti che vedono il commissario in azione alla PJ, ma prima di farlo lavorare a pieno regime in un romanzo, gli lascia il tempo d'abituarsi, offrendogli Les vacances de Maigret, cosa che non gli impdisce di fargli condurre un'indagine!
Ma alla fine del 1947 nel romanziere spunta una certa nostalgia: non è proprio definibile come una nostalgia della Francia che ha lasciato, ma un sorta di sublimazione dei suoi ricordi parigini, che vanno cristallizzandosi intorno alla figura del commissario: è così che con Maigret et son mort si vedrà il ritorno definitivo di Maigret nei suoi uffici di Quai des Orfèvres, infarmmezzato da qualche vacanza, ma Simeno ha finito di farci vedere il comissario in pensione, questa sarà evocata come una possibilità futura durante le inchieste, possibilità sempre più vicina man mano che si va avanti con i titoli.
I dodici romanzi che seguono Maigret a peur, vendono il commissario ben impegnato nelle sue inchieste: dapprima il suo autore si diverte a raccontare i suoi esordi (La première enquête
de Maigret), parlando del suo passato, come aveva già fatto ne L'affaire Saint-Fiacre e come farà un po' più tardi ne Les mémoires
de Maigret, dando al suo personaggnio più spessore; poi nei successivi tre romanzi spedisce Maigret ad attraversare la Francia (Mon ami Maigret e Maigret et la vieille dame)
e ancora negli Usa (Maigret chez le coroner) prima di fargli condurre una serie di incheste prettamente parigine (L'amie de
Mme Maigret, Maigret au Picratt's, Maigret en meublé, Maigret et la Grande
Perche, Maigret Lognon et les gangsters, Le revolver de Maigret - questa con una trasferta in Gran Bretagna- e Maigret et
l'homme du banc).
Nel 1953, con Maigret a peur, assistiamo ad un nuovo viaggio del commissario fuori Parigi, in quella Vandea che costituisce una sorta di pellegrinaggio di luoghi già visti (La maison du juge, L'inspecteur cadavre, e i ricordi di guerra di Simenon) e costituise una prima indicazione di quello che diventerà una costante nelle altre inchieste del commissario: i suoi dubbi e le sue esitazione (cosa che si riflette anche nei titoli dei romanzi stessi), le sue riflessioni sull'invecchiamento, e l'avvicinarsi della pensione, insomma tutto quello che ne fà un personaggio davvero umano. In effetti in Maigret a peur è evocata la messa in pensione del commissario, che dovrebbe accadere di lì a tre anni. Il romanzo d'altronde ruota intorno alla sensasazione di Maigret di trovarsi vecchio e un po' datato rispetto ai poliziotti della nuova generazione. E' un elemento che si ritroverà più d'una volta nei romanzi seguenti. Maigret in questo romanzo parla anche dell'acquisto di una "piccola casa in campagna, in riva della Loira"
Nel romanzo seguente Maigret se trompe, si precisa che Maigret è da trentacinque anni in polizia, un conto che tornerà sempre più frequentemente in seguito, sottolineando ancora una volta l'invecchiamento naturale del personaggio, cosa che lo contrappone a molti protagonisti di romanzi seriali, che invece conservano la stessa immagine per tutta la durata delle loro avventure. Così si vede invecchiare il personaggio insieme al suo autore, se non allo stesso ritmo, ma sicuramente con le stesse angoscie, con gli stessi interrogativi, in un gioco di specchi più o meno consapevole da parte del romanziere.
E soprattutto nel periodo in cui Simenon si stabilì in Svizzera le allusioni alla pensione e alla vecchiaia si ripeteranno sempre più. Così in Maigret et les témoins récalcitrants si assiste all'allusione che Maigret fà malinconicamente sia al pensionamento (che è previsto dopo due anni) e sia a Meung-sur-Loire, il posto in cui andrà a vivere con la moglie.
In Maigret aux Assises, il commissario, che ha cinquantre anni a cui mancano due anni al penisonamento, acquista la casa Meung, che è descritta con dovizia di particolari. E nella maggior parte dei romanzi seguenti, si faranno sempre più accenni all'età del commissario e alla casetta che ha comprato in campagna e al suo pensionamento più o meno vicino.
Ma resteranno degli accenni, come se l'autore avese avuto voglia di far ricomparire ancora una volta Maigret in pensione, in realtà non ne fece nulla fino all'ultimo romanzo, forse perché allora percepiva il suo eroe sempre meno come il protagonista di un romanzo poliziesco, e sempre più un suo "doppio" al qualeconferire le stesse sensazioni e gli stessi sentimenti che lui stesso prova, ma forse anche perchè ha capito che Maigret, accada quel che accada, resterà per sempre "l'uomo del Quai", ancorato alla realtà parigina...
veramente interessante questa retrospettiva sulla cronologia lavorativa di maigret
RispondiEliminaLa vita stessa di Georges Simenon ha i connotati di un romanzo vero e proprio. Quindi, si può dire: un romanziere nato.
RispondiEliminaAncora complimenti a Murielle per il suo magnifico saggio.