
MAIGRET E
L’ANTIQUARIO
di Paolo Secondini
«Ci sono novità, vecchio mio?»
chiese Maigret al bravo ispettore Lucas, il quale, il viso bagnato di sudore,
si era appena seduto dinanzi alla scrivania del commissario.
Era l’inizio di agosto e faceva un
caldo tremendo, come a Parigi non si ricordava da un pezzo. Benché la finestra
fosse spalancata, l’aria, nell’ufficio, era afosa e irrespirabile.
«Avevate ragione, capo,» disse
Lucas asciugandosi il viso con il fazzoletto. «Questa mattina, verso le nove,
la signora Madeleine Bourdieu si è recata dall’antiquario.»
«Beh, in fondo non era difficile
immaginarlo,» ammise Maigret, «grazie a quanto avevamo scoperto.»
«L’ho pedinata fino a metà di rue
Bergerac,» riprese Lucas, «dove mi sono infilato in un piccolo bistrot.
Attraverso i vetri della finestra, ho visto la donna che entrava nel negozio di
fronte.»
Un’espressione pensierosa comparve
sul volto di Maigret. Dopo un momento di silenzio:
«Hai lasciato qualcuno a
sorvegliarla prima di tornare al Quai des Orfèvres?»
«Le ho messo alle calcagna
Lapointe, cui ho dato disposizione di informarmi di tutti gli spostamenti della
donna.»
«Ben fatto!» esclamò il
commissario alzandosi dalla scrivania. Si avvicinò all’attaccapanni, presso la
porta dell’ufficio, e prese la giacca. La indossò. «Come si chiama questo
bistrot nel quale sei entrato?»
«Chez Martin.»
«Vieni con me, vecchio mio. Prima
di agire, voglio offrirti un bicchiere di birra. Con questo caldo spero che a
Chez Martin la servano fredda.»
«Oh sì, capo. Per essere fredda lo
è. Credo che sia la cosa migliore di tutto il locale,» disse Lucas tergendosi
ancora il sudore dalla fronte.
* * *
Con in mano un grosso bicchiere di
birra, Maigret si accostò all’unica finestra del bistrot, i cui vetri erano
sporchi e impolverati. Sicuramente nessuno, da tempo, si dava la briga di
pulirli.
A quell’ora il locale era quasi
deserto: soltanto due avventori, seduti l’uno di fronte all’altro a un piccolo
tavolo. Bevevano vino.
«È da qui che hai visto la signora
Bourdieu entrare dall’antiquario?» chiese Maigret al proprio ispettore.
«Precisamente dal punto in cui vi
trovate.»
«È entrato qualcun altro nel
negozio mentre vi era la donna?»
Lucas fece segno di no con la
testa.
Il commissario bevve un ultimo
sorso di birra. Poggiò il bicchiere sul piano del bancone e trasse di tasca il
portafogli.
«Capo, se permettete…» fece per
dire Lucas.
«La prossima volta, vecchio
mio,» rispose in fretta Maigret.
«Ora andiamo a fare due chiacchiere con l’antiquario, il signor Aristid
Laforgue.»
* * *
«Allora,» domandò il commissario a
un uomo grassoccio, giovanile, vestito con eleganza, «per quale motivo la
signora Bourdieu è venuta da lei questa mattina?»
«Chi le ha detto che la signora
Bourdieu…»
«Non le conviene negare,» lo
interruppe con decisione Maigret. «Siamo al corrente di tutto: non soltanto che
la donna è stata nel suo negozio, ma anche che è la sua amante da almeno tre
anni.»
«Io… io… ecco…» balbettò
debolmente l’antiquario. Emise un breve sospiro, poi, crollando le spalle: «E
va bene!... È venuta da me per un semplice acquisto… Che c’è di strano in
questo? Mi sembra normale…»
«C’è di strano,» lo interruppe di
nuovo Maigret, «che le hanno ammazzato il marito tre giorni fa, con un colpo di
rivoltella alla nuca, e che la signora Bourdieu, come se nulla fosse accaduto,
sia venuta tranquillamente da lei per comprare qualcosa.» Serrò le mascelle e
volse lo sguardo intorno con un’espressione accigliata. «Che cosa, con
esattezza?».... (segue)
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