venerdì 7 luglio 2017

SIMENON SIMENON. LE RIFLESSIONI DEL ROMANZIERE SUI PROBLEMI DI DENYSE

Come Simenon racconta i sempre più gravi problemi di depressione della moglie

SIMENON SIMENON. LES REFLEXIONS DU ROMANCIER SUR LES PROBLEMES DE DENYSE
Comment Simenon raconte les problèmes de dépression toujours plus graves éprouvés par sa femme
SIMENON SIMENON. THE NOVELIST’S REFLECTIONS ON DENISE’S PROBLEMS


How Simenon talks about the problems of depression always experienced more seriously by his wife.




















Depressione. E' lo stato d'animo che Simenon nei primi anni '60 esterna, quando la sua seconda moglie, Denyse, accusa un peggioramento del suo equilibrio psichico. Questo risulta molto defatigante e deludente per un marito che ha tentato in tutti i modi di far uscire la moglie da quel circolo vizioso che invece peggiora sempre più. Simenon proprio in quegli anni si racconta in una sorta di diario, cui ha dato un titolo molto significativo: Quand j'étais vieux. Simenon si sente vecchio, alla soglia dei sessant'anni, e le continue crisi di depressioni della moglie lo hanno forse contagiato. Lo sforzo per aiutare Denyse passa per una serie di difficoltà tipiche di queste situazioni. Parole che in un momento vanno bene, ma in un'altra situazioni sono catastrofiche. La paura di avere un atteggiamento che possa essere percepito in modo distorto. Momenti in cui tutto sembra passato, ma all'improvviso si ricade nell'abisso più nero.
"... l'altro giorno camminavo in punta di piedi... - racconta il romanziere -... lei tenta con tutte le sue forze, ma fatalmente prova nella direzione sbagliata. L'esperienza dei passati momenti di depressione non serve a niente...".
E' un Simenon smarrito, che non intravede un cambiamento nello stato della moglie e che pure prova ancora a fare qualcosa.
" ... io la osservo dalla mattina alla sera, una cinquantina di volte al giorno nella stanza in cui si trova - spiega Simenon - non per ansia, ma perché vorrei aiutarla....".
Il rapporto Georges-Denyse, non è ancora esaurito, ma nei timori dello scrittore intravediamo una strada in discesa che porta alle conseguenze più estreme. L'equilibrio mentale di Denyse, non c'è più. Ci sono ancora dei momenti di tranquillità, nei quali marito e moglie sembrano un coppia come le altre, anzi una famiglia come le altre, perché tutto questo non può non riflettersi anche sui figli.
Ma in questo stato di Denyse, ci sono altri fattori che contano. Lei ad esempio, ce lo dice Simenon stesso ,"... con me, qualsiasi cosa io faccia, lei dà un po' l'impressione di sentirsi in uno stato d'inferiorità.... Avrebbe bisogno che altri le dessero ascolto...". 
Questo forse è il motivo per cui in quegli anni, cercando di conservare il ruolo che aveva quando vivevano negli Usa, cerca di organizzare e pianificare il lavoro del marito, ma aumentando a dismisura il personale che tra segretarie e aiutanti sono alle sue dipendenze, creando però tensioni e situazioni d'imbarazzo. Simenon la lascia fare, sa che tutto questo non gli serve... anzi, ma capisce anche che lei deve dimostrare, prima di tutti a sé stessa, che nonostante il suo stato, ricopre ancora un ruolo, serve ancora a qualcosa, è utile al suo marito romanziere.
"... Denyse si batte  con la posta la casa, organizza, pianifica. Si esaurisce affinché nulla mi possa disturbare - scrive l'autore in Quand j'étais vieux - e vederla lottare in questo modo mi scoraggia...".
Ecco un Simenon scoraggiato. Forse ha capito che la sua Denyse ha passato la linea, proprio come i personaggi dei suoi romanzi: di qua l'amore, la casa, i figli, un vita agiata, di là solitudine, i continui spostamenti da una clinica all'altra, l'acredine verso Georges, causa di tutti i suoi problemi, un'esistenza segnata dal rancore e dai risentimenti. 
E l'epilogo della loro storia è proprio questo con una Denyse decisamente oltre la linea. (m.t.)

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