Motivi e genesi del romanzo che scrisse agli inizi degli anni sessanta
SIMENON SIMENON, L'ECRIVAIN RISQUE DE PERDRE LE "TRAIN"
Motifs et genèse du roman qu'il écrivit au début des années soixante
SIMENON SIMENON. THE WRITER RISKS LOSING “THE TRAIN”
Motives for and genesis of the novel he wrote in the early 60s
E' il 1961 quando uscì il romanzo Le Train, in cui Simenon racconta una storia d'amore e di resistenza negli anni '40 tra gli sfollati belgi, un ambiente che Simenon conosceva bene in quanto era stato nominato proprio in quegli anni Alto Commissario per i rifugiati belgi ne La Charente.
Quello che però ci interessa questa volta non è tanto il romanzo e la sua vicenda, ma la sua genesi. Infatti in questo caso non funziona l'état de roman, almeno per l'avvio. Questa volta non c'é un declic che fa partire il consueto meccanismo creativo del romanziere. Scrive il titolo, una decina di righe... poi si arresta pensieroso e pieno di dubbi sul motivo per cui abbia deciso di scrivere quella storia.
"... mi sono fermato perché mi sono reso conto che questo romanzo non lo scrivevo per bisogno, ma per ripicca, per provare a me stesso che ero ancora in grado di scrivere quattro romanzi l'anno...".
Ricordiamo che il 1961 è lo stesso anno in cui Simenon inizia Quand j'étais vieux, serie di appunti e spunti del periodo in cui sentiva sulle spalle il peso di una precoce vecchiaia, e il voler dimostrare, vicino ai sessant'anni, di essere in grado di tenere il suo mitico ritmo di scrittura è un motivo convincente, ma forse non è tutto. D'altronde proprio nel '61 avrebbe scritto oltre Le Train, La Porte, Les Autres, Maigret et le Voleur paresseux e Maigret et le braves Gens, quindi cinque titoli, senza contare quella specie di giornale intimo, appunto Quand jétais vieux, la cui stesura occupò un periodo insolitamente lungo, grosso modo dai primi del '60 ai primi del '63 (e poi pubblicato nel '70).
Insomma un'intensa attività che non avrebbe certo avuto bisogno di giustificazioni.
E invece, pur di scrivere Le Train, Simenon asserisce che "...scrivevo per paura. E la prova è che avevo scelto un soggetto facile, l'azione, dialoghi, personaggi semplici. E non un personaggio di peso che si sarebbe imposto alla mia attenzione... Questo non significa barare? Avrei preferito fermarmi...".
Insomma sembra che questo "treno" Simenon non volesse proprio perderlo. Perché? Forse non è una spiegazione esauriente, ma dobbiamo ricordare che nel '40, scrivendo a Gallimard, il romanziere asseriva di aver in mente di scrivere un grande romanzo intitolato La Gare, una grande storia di guerra, di rifugiati, di truppe, di stazioni...
Insomma storie dei tempi di guerra che da una parte lo affascinavano, ma che allo stesso tempo lo spaventavano e per scrivere il quale riteneva che bisognasse attendere un po' di tempo, di far sedimentare quelle esperienze allora ancora troppo attuali. Di quel romanzo non se ne fece più nulla, anche se Simenon disse che non aveva mai smesso di pensare a quell'intenzione.
Nel '60 il tempo era passato. Il titolo scelto, Le train, era in tema con "la gare", romanzo che, dopo le incertezze iniziali, aveva poi trovato la strada giusta, Simenon aveva individuato il personaggio in cui immedesimarsi e nonostante le perplessità iniziali, il romanzo decollò con una certa soddisfazione dell'autore.(m.t.)
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