mercoledì 12 luglio 2017

SIMENON SIMENON. QUANDO IL GIOVANE SIM FECE CAMPAGNA ELETTORALE

Simpatico aneddoto della sua carriera giornalistica

SIMENON SIMENON. QUAND LE JEUNE SIM FAISAIT UNE CAMPAGNE ELECTORALE 
Une amusante anecdote à propos de sa carrière journalistique 
SIMENON SIMENONWHEN YOUNG SIM WENT ON AN ELECTORAL CAMPAIGN 
nice anecdote about his journalistic career

Simenon ha mai fatto politica? Certamente no, almeno non nel senso classico dell’accezione. Comunque esiste in merito un aneddoto curioso, che riguarda il periodo dei suoi inizi come giornalista, che merita di essere raccontato. 
Chi volesse leggerlo potrà trovarlo alla  pagina 93 del libro intitolato Simenon, de l'humain au vide, del 1982, (éditions Buchet/Castel) nell'intervista concessa all'autore del testo, Henri Charles Tauxe. 
Il caporedattore della Gazette de Liège, siamo nei primissimi anni venti, fece sapere a Simenon che il più importante finanziatore del giornale (un uomo di origini nobili che abitava in un castello della zona) intendeva presentarsi alle elezioni per diventare deputato, ma siccome non era un grande oratore aveva bisogno di un aiuto da parte della penna più capace del quotidiano...  insomma di un ghost-writer come diremmo oggi.
Simenon pensò bene di andare in comune per chiedere quale fosse l'associazione con più iscritti in città.  Gli risposero che il maggior numero di adesioni era quello all'associazione della pesca sportiva. 
Il futuro creatore di Maigret pertanto decise: "il nostro uomo sarà il deputato dei pescatori sportivi". Già da giovane aveva intuito il significato di target applicato alla politica. A diciassettenne anni o poco più prese un’iniziativa che avrebbe potuto suscitare delle rimostranze, ma il suo ragionamento seguiva una logica efficace. Infatti non scrisse discorsi politici classici, ma iniziò a pubblicare articoli su temi e su problemi che interessavano gli iscritti a tale associazione (come ad esempio l'inquinamento delle acque oppure i regolamenti troppo severi per la pesca) e li firmò tutti a nome del candidato. 
Certo non fu una “campagna elettorale” tradizionale, ma la comunicazione di un politico che si rivolgeva alla più grande comunità (nel senso di chi aveva in comune quella passione), appunto applicando, come si fa oggi, le regole del marketing alla politica.
Quello che era indispensabile, cioè far eleggere deputato il castellano, si verificò e quindi Simenon ebbe ragione riuscendo appieno nel suo compito. In fondo era solo il risultato quello che contava.
Questa è un’ulteriore dimostrazione che ancora adolescente, per quanto già redattore  della Gazette de Liége,  Simenon era dotato di una grande duttilità nello scrivere, come del resto dimostrò negli anni a seguire durante il periodo della letteratura popolare dove salta a piè pari da un racconto sentimentale ad un romanzo d’avventura, da una novella licenziosa ad un romanzo breve di genere poliziesco. E tutto con grande facilità e disinvoltura.
Ma se ci riflettiamo bene, anche il periodo più letterario ci mette davanti a una produzione simenoniana di “Maigret” e a una di “romans durs”, soprattutto nei primi anni, che si differenziava decisamente anche come lettori. Ma il romanziere sapeva bene a chi doveva parlare e come doveva farlo. Come d’altronde il piccolo Sim che probabilmente a quell’età addirittura  si divertiva a scrivere per nome e per conto di un candidato politico.

Andrea Franco 

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