Simpatico aneddoto della sua carriera giornalistica
SIMENON SIMENON. QUAND LE JEUNE SIM FAISAIT UNE CAMPAGNE ELECTORALE
Une amusante anecdote à propos de sa carrière journalistique
SIMENON SIMENON. WHEN YOUNG SIM WENT ON AN ELECTORAL CAMPAIGN
A nice anecdote about his journalistic career
Simenon
ha mai fatto politica? Certamente no, almeno non nel senso
classico dell’accezione. Comunque esiste in merito un aneddoto curioso, che
riguarda il periodo dei suoi inizi come giornalista, che merita di essere
raccontato.
Chi
volesse leggerlo potrà trovarlo alla
pagina 93 del libro intitolato Simenon, de
l'humain au vide, del 1982, (éditions Buchet/Castel) nell'intervista concessa
all'autore del testo, Henri Charles Tauxe.
Il caporedattore
della Gazette de Liège, siamo nei
primissimi anni venti, fece sapere a Simenon che il più
importante finanziatore del giornale (un
uomo di origini nobili che abitava in un castello della zona) intendeva
presentarsi alle elezioni per diventare deputato, ma siccome non era
un grande oratore aveva bisogno di un aiuto da parte della penna più capace del
quotidiano... insomma di un ghost-writer
come diremmo oggi.
Simenon
pensò bene di andare in comune per chiedere quale fosse l'associazione con più
iscritti in città. Gli risposero che il
maggior numero di adesioni era quello all'associazione della
pesca sportiva.
Il futuro
creatore di Maigret pertanto decise: "il
nostro uomo sarà il deputato dei pescatori sportivi". Già da
giovane aveva intuito il significato di target applicato alla politica. A
diciassettenne anni o poco più prese un’iniziativa che avrebbe potuto suscitare
delle rimostranze, ma il suo ragionamento seguiva una logica efficace. Infatti
non scrisse discorsi politici classici, ma iniziò a pubblicare articoli su
temi e su problemi che interessavano gli iscritti a tale associazione (come ad esempio l'inquinamento delle acque
oppure i regolamenti troppo severi per la pesca) e li firmò tutti a nome
del candidato.
Certo
non fu una “campagna elettorale” tradizionale, ma la comunicazione di un
politico che si rivolgeva alla più grande comunità (nel senso di chi aveva in comune quella passione), appunto applicando,
come si fa oggi, le regole del marketing alla politica.
Quello
che era indispensabile, cioè far eleggere deputato il castellano, si verificò e
quindi Simenon ebbe ragione riuscendo appieno nel suo compito. In
fondo era solo il risultato quello che contava.
Questa
è un’ulteriore dimostrazione che ancora adolescente, per quanto già
redattore della Gazette de Liége, Simenon
era dotato di una grande duttilità nello scrivere, come del resto dimostrò
negli anni a seguire durante il periodo della letteratura popolare dove salta a
piè pari da un racconto sentimentale ad un romanzo d’avventura, da una novella
licenziosa ad un romanzo breve di genere poliziesco. E tutto con grande
facilità e disinvoltura.
Ma
se ci riflettiamo bene, anche il periodo più letterario ci mette davanti a una
produzione simenoniana di “Maigret” e a una di “romans durs”, soprattutto nei
primi anni, che si differenziava decisamente anche come lettori. Ma il romanziere
sapeva bene a chi doveva parlare e come doveva farlo. Come d’altronde il
piccolo Sim che probabilmente a quell’età addirittura si divertiva a scrivere per nome e per conto
di un candidato politico.
Andrea Franco
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