mercoledì 26 luglio 2017

SIMENON SIMENON. PERCHE' LO SCRITTORE LASCIO' PARIGI?

La città che aveva reso famoso lui e il suo commissario ad un certo punto non gli é più congeniale...
SIMENON SIMENON. POURQUOI L'ECRIVAIN AVAIT QUITTÉ PARIS?
La ville qui avait rendu célèbre lui même et son commissaire à un certain moment n'est plus convenable...
WHY DOES THE WRITER LEAVE PARIS?
The city he and the Chief Inspector made famous is at some point no longer congenial…



















Parigi, Simenon Maigret. una città, un romanziere, un personaggio letterario. In un primo momento sembrano indissolubilmente legati. Ma poi.... nel 1932 Simenon decide di lasciare la capitale per sistemarsi in Vandea (a La Rochelle) regione in cui rimarrà diversi anni. Dopo qualche tempo anche le vite dell'autore e del suo personaggio si allontanano... sembra quasi che i due abbiano finito la loro coabitazione.
Insomma la città che nel '22 aveva accolto un Georges non ancora ventenne, quella che aveva assistito alla sua evoluzione, da scrittore popolare ad inventore di quel commissario che gli dette fama e che gli consentì anche di arrivare a quei romans durs che erano la sua vera meta... insomma la città che in qualche modo era stata una sorta di "catalizzatore" del suo successo, ora non gli era più congeniale, ma perché? 
Era già fuggito da Parigi nel '27, quella volta per mettere abbastanza chilometri tra lui e Josephine Baker dopo aver troncato la loro travolgente storia d'amore, destinazione l'isola d'Aix, soli... lui e la sua prima moglie Tigy. Poi ci sarà un'altra fuga dopo la figuraccia fatta a Parigi con la sua inchiesta sul caso Stavinsky per Paris-Soir, che nel '34 lo fece nascondere in un'altra isola, questa volta a sud, Porquerolles.
Nel '45 lasciò Parigi, ma anche la Francia, a causa di quella persecuzione che lo faceva tremare: il Comitato di Liberazione Francese che l'accusava di collaborazionismo.
Come si vede c'erano dei motivi specifici, ma forse potremmo dire che ogni occasione era buona, Simenon andava abituandosi a rimanere lontano dalle grandi città. E questo lo vedremo anche nei dieci anni passati in America, potremo riscontrarlo anche in Svizzera. Campagna, piccole città, paesi, questa è la dimensione sempre più abituale per lui. Quindi non si trattava di Parigi in sé, che anzi letterariamente sia nei romans durs che nei Maigret non viene certo dimenticata.
Non che la "vita" parigina lo distraesse dalla scrittura. Ci voleva ben altro! Simenon scriveva anche nei suoi viaggi, aveva abbastanza capacità di concentrazione per farlo in qualsiasi situazione. E allora perché fuggire le metropoli?
La vita del "gentlemen farmer" non gli dispiaceva, ma era anche amante delle comodità e infatti le sue residenze, ancorché di campagna, erano castelletti, case nobiliari, tutte di un certo livello. 
Diciamo che questo essere lontano dalla capitale, ad esempio nel periodo Gallimard, gli evitava di essere vicino al mondo e alla vita degli intellettuali e degli scrittori, ambiente che non aveva mai amato frequentare. 
Questo essere un po' defilato, anche fisicamente, lo faceva probabilmente sentire più libero e questa sorta di marginalità geografica faceva sempre più parte del suo modo di essere.
Ma tutto ciò non gli impediva di essere uno scrittore in primo piano, con interviste, fotografie, apparizioni televisive, con quell'aura di romanziere "fenomeno", ma anche parigino, anche se non aveva mai preso la nazionalità francese, ed era vissuto a Parigi solo per dieci/dodici anni. (m.t.)

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