mercoledì 30 agosto 2017

SIMENON SIMENON. LE AMICIZIE CINEMATOGRAFICHE DI UNO SCRITTORE CHE DICEVA DI NON AMARE IL CINEMA

Da Gabin, a Chaplin, da Renoir a Fellini i rapporti di Simenon con i personaggi di un mondo che diceva non piacergli

SIMENON SIMENON. LES AMITIES CINEMATOGRAPHIQUES D'UN ECRIVAIN QUI DISAIT NE PAS AIMER LE CINEMA
De Gabin à Chaplin, de Renoir à Fellini, les rapports de Simenon avec les personnages d'un monde dont il disait qu'il ne lui plaisait pas
SIMENON SIMENON. THE CINEMATOGRAPHIC FRIENDSHIPS OF A WRITER WHO SAID HE DID NOT LIKE THE CINEMA
From Gabin to Chaplin, from Renoir to Fellini, Simenon’s relationships with personalities in a world he said did not please him


"Dite bene, dei miei film ne avrò visti forse tre su, forse, ottanta, e non parlo dei telefilm come li chiamano ultimamente [...] E' impossibile che un regista o un attore possa vedere un personaggio come l'ha visto l'autore... - racconta Simenon a Maurice Piron e a Robert Sacré nell'82 - Per l'autore vedere i suoi personaggi completamente sfigurati del tutto differenti da quello che sono stati è talmente snervante che sono dovuto uscire (dalla sala cinematografica) e non vado più a vederli...".

L'esternazione di Simenon non lascia spazio a interpretazioni. Il cinema che deforma e trasforma i suoi personaggi i suoi romanzi non può piacergli. Ma... ma il cinema significa per Simenon un sacco di soldi in diritti, una cosa che non può non toccarlo e, a dispetto al suo disprezzo per come il cinema tratta la letteratura, a iniziare dalla sua, intasca somme certo non trascurabili e continua quindi a concedere i diritti a diversi produttori.
Eppure, proprio a dispetto di questo suo ambiguo rapporti con il cinematografo, sappiamo bene che uomini di cinema sono stati suoi buoni amici.
Iniziamo da Jean Renoir, il regista con cui collaborerà alla realizzazione della sua prima trasposizione cinematografica "La nuit du carrefour", diventerà un suo amico anche se la lavorazione del film sarà, a dir poco, scombinata e il film attirò diverse critiche creando anche problemi con la produzione. Ma Simenon considerava Jean Renoir come una sorta di fratello, d'accordo nella vita e sul lavoro, complici.
"..."La Nuit du carrefour" rimarrà una esperienza completamente folle, alla quale non posso ripensare con grande nostalgia - dichiarava una quarantina d'anni dopo lo scrittore - ... dei giorni incerdibili... oggi non si potrebbe più lavorare in quel modo...". 
Infatti stiamo parlando dei primi anni '30, il regista e lo scrittore giovani, con la follia dei trentenni si gettavano nelle avventure con incoscienza e voglia di strafare...
Altro amico é stato l'attore Jean Gabin, che portò tre volte Maigret sul grande schermo ed fu protagonista di altre sette trasposizioni cinematografiche dei romans durs. L'attore simenoniano per eccellenza. La loro era amicizia, ma anche stima. Ad esempio Simenon lo vedeva come il miglior interprete che avesse vestito i panni del commissario. Tanto che affermava, tra il serio e il faceto, "...dopo aver visto Jean interpretare Maigret, ogni volta che mi metto a scrivere un inchiesta del commissario, non posso fare a meno di avere davanti la sua faccia... ho paura che prima o poi mi verrà a chiedere i diritti....!".
Ma anche la sua presidenza della giuria del Festival del Cinema di Cannes del 1960 gli portò un'amicizia che fu per lui importante: quella con il regista italiano Federico Fellini. Il loro fu un legame per lo più epistolare, ma non per questo meno profondo, documentato da un carteggio divenuto poi un libro di successo, "Carissimo Simenon mon cher Simenon". Vi si legge tutta l'ammirazione che lo scrittore aveva per il regista e quella che il cineasta nutriva per il romanziere. All'uscita di ogni opera dell'uno o dell'altro, c'erano complimenti, apprezzamenti, critiche lusinghiere pur trovandosi i due su registri espressivi molto diversi, ma forse proprio per questo le opere di ognuno costituivano per l'uno e l'altro una sorta dell'altra metà dell'universo che raccontavano. 
Un'altra amicizia della tarda età, ma cui Simenon teneva particolarmente, era quella del regista e attore Charlie Chaplin. E' il periodo di Epalinges, s'incontravano lui e Teresa con Charlie e Oona, erano due uomini che avevano avuto in comune una vita intensa "... mentre io non smettevo di scrivere, Chaplin non smetteva di girare i suoi film..." e poi la loro intesa era molto vasta, i loro incontri frequenti e le loro discussioni molto profonde. Anche qui si trattava di due personaggi molto diversi tra loro, ma capaci anche di divertirsi ad esempio leggendosi reciprocamente le lettere dei rispettivi ammiratori.
Nonostante l'avversione simenoniana per il cinema, i legami con alcuni uomini di quel mondo furono relazioni importanti che ebbero, tra l'altro, il merito di portare qualche volta lo scrittore al cinema... (m.t.)

5 commenti:

  1. oltre a la nuit du carrefour vi è un'altra circostanza(l'unica),sempre nel 1932,in cui simenon curò l adattamento cinematografico di una sua opera:le chien jaune (in collaborazione con jean tarride)

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  2. Simenon a aussi fait l'adaptation de La tête ďun homme pour le film de Duvivier.

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  3. il s'agit alors d'une erreur de menguy?(livre de georges sim à simenon)

    ici aussi ne result rien :
    http://www.association-jacques-riviere-alain-fournier.com/reperage/simenon/notice_maigret/note_maigret_Tete%20dun%20homme.htm

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  4. En fait,Simenon avait commencé à travailler sur le projet d'adaptation du roman, puis il y a eu toutes sortes de problèmes, et son scénario a été abandonné. Voir les détails dans la bio d'Assouline.

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  5. quindi la verità sta nel mezzo)
    nous avons tout les deux raison

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