lunedì 22 novembre 2010

SIMENON, UN ROMANZO IN UNA DECINA DI GIORNI


"Un romanzo in undici giorni". Questo dichiara Simenon nel suo L'età del romanzo scritto nel 1958. E' stato spesso criticato per la velocità con cui scriveva, come se questa influisse sulla qualità finale. Lui stesso ammetteva di poter scrivere a macchina fino ad ottanta pagine al giorno. Ossia in tre giorni poteva completare un romanzo popolare (quelli prima dell'era Maigret) di diecimila righe e in sei giorni uno più corposo di ventimila. Insomma una sorta di industria della scrittura, tanto che ci fu una famosa vignetta che lo ritraeva mentre scriveva e man mano che i fogli uscivano dalla sua macchina per scrivere, venivano portati da solerti fattorini nella tipografia, che si vedeva in secondo piano, e da cui uscivano dei camion pieni di libri di Simenon. Una vera catena di montaggio. Quando iniziò a scrivere romanzi veri e propri, impiegava unidici giorni.
E continua sempre ne L'età del romanzo: "...un romanzo scritto in undici giorni non può che appartenere alla più bassa categoria  di fabbricazione, non è vero? Non pensate che io stia esagerando - protesta Simenon - Un gran numero di critici nutrono la medesima prevenzione nei confronti degli autori che scrivono velocemente, e ciò indica che conoscono male i retroscena della storia letteraria. Forse non sanno che il grande Balzac sfornava il più delle volte quaranta pagine a notte.... E Stendhal allora? Ecco uno che riceve, meritatamente, il paluso dei letterati. Orbene, se non erro, Stendhal ha scritto la Chartreuse de Parme, che conta poco meno di mille pagine, in meno di sei settimane; Hugo ha scritto Marion Delorme in nove giorni, gli altri suoi lavori letterari sempre in meno di un mese e, ogni mattina, prima di entrare nella vita quotidiana, scriveva un buon centinaio di versi...."

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