Autunno del 1955. Simenon partecipa ad una serie di incontri a Radio Diffusion Francaise. Si parla della sua opera, dei suo gusti letterari e della sua metodologia di scrivere. Ecco quello che racconta il romanziere del suo modo di comporre."Il mio sforzo è andato verso una sempre maggiore semplificazione, e, per quanto strano vi possa sembrare, una riduzione del vocabolario - poi spiega - Di solito uno scrittore tenta di arricchire il proprio vocabolario. E' un consiglio che vi danno al liceo: scegliete sempre la parola giusta. Impiegare sempre la parola giusta va benissimo, ma a che serve se il novanta per cento dei lettori non la capisce? Non dimentichiamo che scriviamo per essere letti. Anche se la parola non ci piace, si tratta di una sorta di messaggio, diciamo meglio di una sorta di comunicazione che dobbiamo fare. Quando parlate con una persona, adoperate un linguaggio che le sia accessibile. Io cerco di scrivere in una lingua che la maggioranza della gente possa comprendere, di adoperare parole che abbiano lo stesso senso nelle città e nei paesi, al nord, all'est, al centro e al sud . Il mio sforzo di scritttore è questo. E anche quello di acquistare un certo ritmo, cosa che però è molto più difficile da spiegare. Beh, è come un incanto, un ritmo poetico che bisogna dare alla frase, senza per questo far somigliare il testo a versi senza rima o a quel che si chiama prosa lirica..."
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