venerdì 5 maggio 2017

SIMENON SIMENON. CONTINENTAL, LA DIFESA DI GEORGES

Come Simenon ribatteva all'accusa di essere stato un collaborazionista

SIMENON SIMENON. LA CONTINENTAL: LA DEFENSE DE GEORGES
Comment Simenon répliquait à l'accusation d'avoir été collaborationniste 
SIMENON SIMENON. CONTINENTAL: GEORGES’ DEFENSE
How Simenon responded to the accusation of having been a collaborationist



L'imputato Georges Simenon si alzi. E il giudice legge l'accusa.... collaborazionismo... Questo è quello che sarebbe successo in un'aula di tribunale se l'accusa di aver collaborato con i nazisti durante l'occupazione, nella Francia della seconda guerra mondiale, fosse stata formalizzata da un giudice istruttore e fosse stata portata in aula da un procuratore della repubblica francese... o meglio, se Simenon fosse stato allora tradotto in un tribunale del F.F.I. (Forces Françaises de l'Intérieur), di cui alcuni membri lo accusavano di aver collaborato con gli invasori nazi-fascisti.
Sappiamo come è andata la storia. Questo collaborazionismo (che non fu mai effettivamente provato) non era stata di tipo politico, ma si concretava nella vendita alla società di produzione cinematografica Continental dei diritti di alcuni suoi romanzi per trarne dei film.
Il problema consisteva che questa Continental era una società apparentemente franco-tedesca, ma in realtà faceva capo a Goebbels, tristemente noto come ministro della propaganda del Terzo Reich, che faceva di quella struttura uno dei suoi strumenti per accrescere l'influenza del nazismo anche nel campo dell'arte cinematografica.
Simenon lo sapeva con chi trattava o no?
"....quando nel 1940 venne da me un signore che mi propose l'acquisto dei diritti del romanzo pubblicato prima della guerra, "Les Inconnus dans la maison" a nome di una società chiamata "Continental"- spiega Simenon - vi posso assicurare che in quel momento non sospettavo nemmeno che si trattasse di una società creata dai tedeschi...".
Già, infatti quella casa di produzione era diretta a Parigi da Alfred Greven e aveva contatti con altri registi francesi come come André Cayatte per il film Au Bonheur des Dames tratto dal romanzo di Émile Zola, ma poi altri registi come Henri-Georges Clouzot, Claude Autant-LaraJacques BeckerRobert Bresson... e tra gli attori,  Gérard Philipe, RaimuMichel SimonFernandel...
Insomma Simenon era in buona compagnia anche se, che la Continental fosse una società controllata di tedeschi, era un... segreto di Pulcinella. 
Lo stesso romanziere ammetteva "... fu solo diverse settimane dopo che venni a sapere che si trattava di una società franco-tedesca...". Fu in occasione di un'altra vendita di diritti (quelli di "Annette et la dame blonde"). 
In questo caso Simenon non poteva dire di non sapere e allora cambiò registro.
"... non si trattava di lavorare. Non ho mai lavorato ad un montaggio o a qualsiasi altro incarico. Mi consideravo come un commerciante, che non può rifiutarsi di vendere la merce esposta - argomentava lo scrittore - E supponevo, e lo suppongo ancor oggi, che all'occasione quei signori se se sarebbero infischiati della mia autorizzazione....".
Certo questi affari con la Continental procuravano a Simenon non solo soldi, ma soprattutto un prezioso lasciapassare che gli consentiva di passare tranquillamente dalla Francia Occupata a quella libera. 
"... tutto quel periodo per me si riassume in una caccia al lasciapassare, in questo desiderio, in questo bisogno di fuga verso la zona libera - ricorda Simenon - E in quest'ottica non mi sembrava molto importante che un film in meno o uno in più fosse prodotto dalla "Continentale", dove vedevo lavorare la maggior parte degli attori e dei registi francesi..." .
Figuriamoci se un ipercinetico compulsivo come Simenon poteva rimanere intrappolato in una zona occupata, senza potersi muovere a suo piacimento. Doveva sentirsi come in gabbia e quel lasciapassare doveva davvero per lui rappresentare un sogno.
E poi, come al solito, esce fuori il côté "uomo d'affari".
"... i diritti che mi sono stati pagati e che io non ho mai discusso - ci tiene a precisare Simenon - sono ben lontani da quelli che io percepisco adesso per gli stessi film...".
Come dire non solo sono stato praticamente obbligato a cedere quei diritti, ma sono stato addirittura sottopagato... questo costituisce collaborazione? No. Per Simenon, no. (m.t.)

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