Vediamo le tracce nell'opera simenoniana di casi in cui non sempre "giustizia è fatta"
SIMENON SIMENON. MAIGRET APPLIQUE-T-IL TOUJOURS LA JUSTICE A LA LETTRE?
Voyons dans l'oeuvre simenonienne les traces des cas où on ne peut pas toujours dire que "justice est faite"
SIMENON SIMENON. DOES MAIGRET ALWAYS ENFORCE JUSTICE TO THE LETTER
Let’s look in Simenon’s works for signs in cases where “justice” is not always “done”
Let’s look in Simenon’s works for signs in cases where “justice” is not always “done”
Che rapporto aveva Simenon con la giustizia? E Maigret? E' una domanda che merita di essere approfondita perché analizzando l'opera dello scrittore si hanno delle notevoli sorprese, a conferma di come i suoi romanzi vadano ben al di là del tradizionale schema poliziesco.
In alcuni libri non è ben chiaro il castigo cui va incontro il responsabile del crimine: nel primo libro della saga Pietr le Letton, del 1931, Maigret lascia che il colpevole si suicidi, qualche trimestre dopo decide di non rendere noto il nome dell'assassina (Chez les Flamands): va ricordato come il motto del commissario sia “comprendere e non giudicare”: infatti Maigret si pone verso il colpevole più come un confessore che come un giudice (esemplari in tal senso due degli ultimi romanzi: ”Maigret et le tueur” e “Maigret et le marchand de vin”). Lo vediamo addirittura accompagnare al patibolo il suo “nemico” Radek in La tête d'un homme. Che Maigret sia un uomo della strada che non ami mischiare il suo lavoro con quello dei magistrati lo dimostra il fatto che solo dopo una cinquantina di inchieste lo vediamo in un'aula di tribunale (x) e non va dimenticato il suo rapporto di fredda cordialità col giudice Coméliau e in seguito con i suoi giovani sostituti come il giudice istruttore Angelot in Les temoins récalcitrants.
Il commissario si ritiene un “accomodatore di destini”, un po' come un medico è responsabile delle sorti dei suoi pazienti: e sappiamo che egli aveva interrotto i suoi studi di medicina e il suo più caro amico sia il dottor Pardon: analogia con il suo autore che in età matura dichiarò più volte che le sue letture erano rappresentate esclusivamente da testi medici.
Addirittura Maigret a volte infrange la giustizia: nel già citato La tête d'un homme fa evadere un carcerato perché lo crede innocente; la giustizia sembra dirci addirittura non esistere in Une confidence de Maigret in cui si finisce per arrestare un innocente (in questo romanzo Maigret racconta al suo amico Pardon l'inchiesta che l'ha portato ad un errore). La stessa tematica era stata affrontata nel 1937 nel romanzo, senza il commissario, Cour d'assises in cui si vedono gli ingranaggi giudiziari stritolare il protagonista Petit Louis fino a portare ad un errore clamoroso.
Insomma Simenon sembra dirci nella sua opera che spesso è il destino, se non la casualità di un episodio, a scegliere per la colpevolezza o innocenza di un imputato e che le qualità umane di Maigret (il quale rappresenta lo scoglio su cui vanno ad infrangersi le cieche pieghe della burocrazia) vanno ben al di là di quelle di un semplice funzionario, dove c'è un crimine che può avere spiegazione lui è sempre pronto a tendere la mano al colpevole, pur nel rispetto del suo ruolo e delle istituzioni che rappresenta.
Andrea Franco
En fait, il y a deux romans où on voit Maigret assister à un procès: Maigret chez le coroner et Maigret aux Assises. On le voit parfois aussi, à la fin d'un roman, lors de l'épilogue, assister au procès des coupables qu'il a livrés à la justice: c'est le cas, par exemple, dans Maigret et le client du samedi et dans Maigret et l'indicateur.
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