venerdì 26 maggio 2017

SIMENON SIMENON. COSA POTRESTE FARE E COSA NO PER SENTIRVI UN PO' MAIGRET

Piccoli gesti quotidiani, abitudini, che potrebbero fare di voi un personaggio simenoniano.... oppure no...

SIMENON SIMENON. CE QUE VOUS POURRIEZ FAIRE – OU NE PAS FAIRE – POUR VOUS SENTIR UN PEU MAIGRET
Petits gestes quotidiens, habitudes, qui pourraient faire de vous un personnage simenonien… ou non…
SIMENON SIMENON. WHAT YOU MIGHT DO – OR NOT DO – TO FEEL A BIT LIKE MAIGRET
Little everyday things and routines that could make you a Simenon-like character



Alzi la mano chi, durante la lettura di un'inchiesta di Maigret, oppure appena finita l'ultima pagina e chiuso il libro, non abbia chiuso anche gli occhi e, ancora immerso in quella particolare atmosfera simenoniana, non abbia immaginato di vedersi nei panni del commissario.
Un istante, oppure una specie di lungo sogno, per potersi immedesimare nel protagonista del romanzo che si sta leggendo, situazione che, tra l'altro, è un processo abbastanza comune. Forse non ci sarà proprio un'identificazione, ma magari affiora la voglia di ripercorrere le sue strade, e non solo in senso urbanistico, vivere il ritmo della sua giornata, gustarsi una pipata, anche se non si è mai fumata la pipa. Passeggiare per il lungo Senna, oppure entrare in una brasserie a sbafarsi un fricandeau à l'acetoselle, inaffiata con un bicchiere di bianco....
E' difficile effettivamente sottrarsi a questa tentazione. Sentirsi ben coperto da quel pesante capotto con il collo di velluto e il chapeau melon... pronti a sfidare il freddo e la pioggia di Parigi...
Bene, allora vi alzate la mattina e, messi i piedi a terra, mentre sentite vostra moglie che vi dice "Caro, sei sveglio? Ti metto su il caffè...",  state già accendendo la pipa lasciata spenta la sera prima... prima di addormentarvi. Date un'occhiata alla finestra, anche se il tempo è grigio e c'è un po' di vento, decidete che oggi si può fare... sì, andrete in ufficio a piedi.
Forse nel vostro ufficio non avrete una stufa a carbone alla quale pensare mentre camminate nel freddo pungente della mattina (a scaldarvi c'è solo il fornello della pipa...) e una volta arrivati non potrete quindi far andare la stufa a tutta birra...   
A proposito di birra, ce ne vorrebbe una, magari alla Brasserie Dauphine, prima di salire in ufficio e cominciare a scartabellare tra le scartoffie, in attesa che arrivi un caso.
E la frenetica agitazione che domina Quai des Orfevres quando piomba la notizia del ritrovamento di un cadavere, stare là, nella stanza con gli ispettori a decidere in fretta cosa fare...Ma poi dovrete anche sorbirvi i rimbrotti di un vostro superiore come il giudice Comeliau... tenere i nervi saldi... accendere la pipa stringendo il cannello tra i denti, fino quasi a farlo scricchiolare... Non è tutto oro quello che luce... Maigret deve fare anche degli appostamenti notturni, lunghi, noiosi, quando la punta del naso si ghiaccia... E poi sareste in grado di cercare di comprendere e non giudicare? Alcune volte non è affatto semplice....
Certo qualche giorno di riposo in campagna in riva al fiume, a Meung-sur-Loire ogni tanto sarebbe gradevole, passando le giornate tra una mattinata di pesca, un pomeriggio diviso tra l'orto e una partita a carte nell'osteria del paese... Ma sareste poi pronti a trasferirvi lì una volta andati in pensione?
Essere o non essere Maigret... questo è il problema.
Alcuni... anzi parecchi anni fa' scrissi un libro, L'uomo che voleva essere Maigret. Il protagonista era un controllore dei traporti pubblici di Roma. Era un appassionato lettore di Maigret, ma così tanto che veniva definito lettore-seriale. Già, perché una volta letto tutta la serie romanzi e racconti del commissario, ricominciava da capo in un loop senza fine. Il suo lavoro, quello di salire sugli autobus e controllare se i viaggiatori avessero o no il biglietto (aveva anche il dubbio che esistesse una centrale criminale che stampasse biglietti falsi), lui lo assimilava ad un compito investigativo. E poi viveva la sua Roma come fosse Parigi. Il Tevere lo vedeva come fosse la Senna. L'Isola Tiberina, era trasfigurata nell'Ile de la Cité, dove sorge Quai des Orfevrès. L'Arco di Tito per lui era in realtà l'Arc de Triomphe... e così via.
Aveva sempre nella tasca del suo cappottone (fuori moda per l'epoca), un pipa, che non sapeva fumare, ma che teneva spesso in mano o tra i denti. E all'ultimo piano del suo palazzo viveva una vedova che gli ricordava tanto M.me Maigret e che, ma non lo aveva mai detto a nessuno, avrebbe voluto sposare.... e non solo per i manicaretti che preparava...
Insomma... essere nei panni di Maigret... Ma sì, scriveteci i vostri sogni più inconfessabili, nei quali vi vedete come Maigret o quasi e su... scopritevi... fate questo particolare coming out.... (m.t.)

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