mercoledì 7 marzo 2018

SIMENON SIMENON. LO SCRITTORE AL CINEMA /5

Arriviamo agli anni novanta con una produzione italiana 

SIMENON SIMENON. L'ECRIVAIN AU CINEMA /5 
On arrive aux années quatre-vingt-dixavec une production italienne 
SIMENON -SIMENON. THE WRITER AT THE MOVIES/5 
We reach the nineties with an Italian production 




Dopo il “periodo d’oro” degli anni settanta gli adattamenti cinematografici delle opere di Simenon conoscono una pausa fino al 1979, anno in cui il regista tedesco Ottokar Runze propone un’anonima versione de L’assassin. Nel 1981 esce invece, apprezzatissimo, L’étoile du Nord (tratto da Le locataire), pellicola in cui i protagonisti sono nuovamente Simone Signoret e Philippe Noiret per la regia del “solito” Granier-Deferre. Il film, pur prendendosi alcune licenze rispetto all’opera originale, è decisamente riuscito. Nello stesso anno esce Les fantômes du chapelier realizzato da Chabrol con Michel Serrault nel ruolo del principale protagonista, il cappellaio Labbé; l’opera però non riesce a rendere l’atmosfera cupa di La Rochelle che si respira nel romanzo. 
Tocca a Serge Gainsbourg nel 1982 realizzare Le Coup de lune, ribattezzato Equateur, in cui viene riproposta fedelmente l’ambientazione africana coloniale del libro, Di Monsieur Hire abbiamo già parlato nel post dello scorso 10 gennaio (http://www.simenon-simenon.com/2018/01/simenon-simenon-lo-scrittore-al-cinema-2.html); bisogna quindi fare un salto fino al’91 per trovare Betty realizzato ancora da Claude Chabrol ed interpretato magistralmente da Marie Trintignant. L’anno seguente vede la luce un nuovo adattamento de Les inconnus dans la maison, pellicola che si segnala più per la presenza di Jean-Paul Belmondo nel ruolo dell’anziano avvocato Loursat che per la sua fedeltà all’opera originale: il film, giustamente, non ha successo. 
Nel 1993 Alain Delon recita in L’ours en peluche, una co-produzione italiana in cui recita una conturbante Francesca Dellera. Si tratta di una delle rarissime occasioni in cui una realizzazione per il grande schermo vede la luce nel nostro Paese. 

Andrea Franco

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