mercoledì 4 luglio 2018

SIMENON SIMENON. "LE PERSIANE VERDI" OVVERO IL GRANDE ARTIGIANO

Sul personaggio principale del romanzo e sulle chiavi di interpretazione 

SIMENON SIMENON. "LES VOLETS VERTS" OU LE GRAND ARTISAN 
A propos du personnage principal du roman et des clés d'interprétation 
SIMENON SIMENON. "THE HEART OF A MAN" OR THE GREAT CRAFTSMAN 
About the main character of the novel and the interpretation keys 

Si potrebbe probabilmente discutere a lungo, sulla scorta dell'Avvertenza che Simenon stesso, caso infrequente, ha voluto premettere al romanzo, su quale dei grandissimi attori che nella sua vita ha incrociato, Raimu, Michel Simon, Charlie Chaplin, e di cui è stato amico, abbia più influenzato il personaggio di Maugin, protagonista assoluto de "Le persiane verdi", su quali caratteristiche abbia carpito dall'uno o dall'altro per donargli vita.
D'altronde non si può nemmeno negare che qualcosa, o anche molto, ci sia di ancor più intimamente autobiografico, nella diagnosi della malattia cardiaca che lo induce a riflettere su se stesso e sulla propria esistenza, a tentarne un bilancio (all'origine di "Pedigree"). Nella "disinvolta" condotta sessuale e gestione dei rapporti famigliari e domestici (quello con le cameriere in primis).
E poi andrebbero presi in considerazione i debiti con i romanzi precedenti dello stesso Simenon, con il Loursat de "Gli intrusi", anch'egli un misantropo scorbutico che un evento inatteso, una verità insospettata, costringe a tornare a confrontarsi con l'umanità che lo circonda, cui per troppo tempo si è rifiutato di prestare attenzione, troppo preso da se stesso e dal proprio dolore, trovando rifugio nelle tre bottiglie di Borgogna quotidiane e nella propria tana maleodorante. O anche con "Il clan dei Mahé", per l'inizio della seconda parte che con tutta evidenza lo riprende, nel senso di nausea che coglie il protagonista osservando il fondale marino, per le frustrazioni dei suoi tentativi di dedicarsi alla pesca, nel confronto con il barcaiolo, per il suo non sentirsi preso sul serio o addirittura irriso. Per il ribaltamento del paradiso turistico della Costa Azzurra in un luogo di angoscia cui risulta però sempre più difficile sfuggire. 
Ma la verità, ma ciò che più conta, è che con materiali così diversi Simenon, da grandissimo artigiano, ha saputo creare un personaggio straordinario, uno dei più ricchi, forti, complessi e completi della sua sterminata produzione, coniugando al meglio il talento dello scrittore con quello dello psicologo, con le proprie esperienze di vita. Uno dei più umani, autentici e credibili, così nei dettagli sordidi del risveglio dai postumi, fisicamente e moralmente devastanti, di una sbronza, come negli slanci di tenerezza. Nelle decisioni repentine e nei lunghi rimorsi. Nelle meschinità e nelle grandezze. Nelle crudeltà gratuite. Negli incubi e nel terrore di morire da solo. Nella scena grandiosa del processo, tanto profondamente radicata nell'immaginario di Simenon ("Colpo di luna", "Turista da banane", "Corte d'Assise") quanto radicalmente nuova, intima e sconvolgente. Perché è proprio vero, tornando alle parole di SimenonMaugin è Maugin. Punto e basta. 


Luca Bavassano 

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