domenica 13 marzo 2016

SIMENON SIMENON. I QUATTRO GEORGES SIMENON

Il belga, il francese, l'americano e lo svizzero 
SIMENON SIMENON. LES QUATRE GEORGES SIMENON
Le Belge, le français, l'américain et le suisse
SIMENON SIMENON THE FOUR GEORGES  SIMENON
The Belgian, the French, the American and the Swiss
IL BELGA -  Giovane anzi giovanissimo. Ad appena sedici anni, dopo aver fatto il garzone in una pasticceria e il commesso in una libreria, riesce ad entrare in un quotidiano, La Gazette de Liège. Già scrive veloce e sicuro. Frutto di anni ed anni di adolescenza passati divorando romanzi e classici presi in prestito dalla biblioteca? Capacità innata? Sta di fatto che le sue qualità gli fanno fare una veloce carriera. Il direttore Demarteau non nasconde la sua predilezione per questo ragazzino di grande talento, svelto e brillante, tanto da affidargli delle rubriche quotidiane. E' belga, di Liegi, dove è nato nel 1903. Con un padre in fin di vita e in perenne conflitto con una madre che gli preferisce Christian, il fratello minore, il giovanissimo Georges comunque trova non solo la sua strada, il lavoro come giornalista, ma anche la sua compagna, quella Régine Renchon che diventerà poi la sua prima moglie. E qui a Liegi scrive anche il suo primo romanzo Au pont des Arches che però non vedrà altro che un'edizione autoprodotta di sole millecinquencento copie.  Ma ad un certo punto sente che è il momento di mollare tutto, di fare il grande salto. A Parigi, con il traguardo di diventare ronanziere... non scrittore, romanziere. Sarà una strada lunga che richiederà un lungo apprendistato e dall'esito non scontato. Ma il non ancora ventenne Georges si lascia alle spalle una madre, un fratello, una casa, una promessa sposa, un lavoro con i fiocchi per un futuro che potrà essere tanto glorioso quanto incerto.

IL FRANCESE - Dopo circa dieci anni di letterattura alimentare (e di apprendistato) Georges, si avvia ai trent'anni con l'dea di fare il grande salto... L'ingresso nella letteratura con romanzi non commissionati, ma nati dalla propria creatività. Addio a quella ventina di pseuudonimi, questi saranno finalmente romanzi firmati con il suo vero nome. E il suo strumento è un personaggio controcorrente, un investigatore che non rispetta le regole della letteratura poliziesca di successo, e che sconta il parere avverso persino del proprio editore (Fayard). Certo, si dirà, che Georges si era scelto un tipo di letteratura facile, di genere (il poliziesco) e seriale (una solida struttura permanente cui ancorare tutte le inchieste). Sarà così, ma... Ma questo grigio funzionaro statale che risponde al nome di Jules Maigret, commissario della brigata omicidi parigina, con l'ufficio a Quai des Orfèvres, denota ben presto un certo spessore psicologico, una capacità di osservazione e di immedesimazione  da rendere i propri casi molto poco interessanti come indagini, spostando invece l'attenzione sui vari tipi umani, sulle loro vicende, sull'introspezione, sul mettersi nella pelle dei sospettati, dei colpevoli, sugli ambienti, sulle modalità d'interazione, sulla comprensione e non sul giudizio... insomma siamo vicini al quel famoso traguardo... la letteratura. Il successo dei Maigret dà torto all'editore e fama all'autore che dopo nemmeno venti titoli diventa un fenomeno letterario. E qui nasce il romanziere. Terminata quella di Maigret, che lui  allora considerava un parentesi chiusa, si dedicò esclusivamente ai romans... romans durs, come li chiamava lui. Prima con lo stesso Fayard e poi nel sancta sanctorum dell'editoria francese: la casa editrice Gallimard.
Nel frattempo si  era sposato con la sua Régine, che soprannominò Tigy, era diventato se non proprio ricco, di sicuro molto benestante, aveva a Parigi un bell'appartamento nell'elegante Place des Vosges e viaggiava per tutto il mondo.


L'AMERICANO - On the road. I dieci anni americani di Georges e famiglia partono nel '45 dal Canada e lo vedono vagare in lungo e in largo per gli States, arrivando in Messico e fino a Cuba. E' il periodo della maturità letteraria quando accanto ai romans durs ha ormai il suo posto fisso anche Maigret, con il romanziere che si dedica regolarmente tanto ai primi quanto al secondo. Il primo matrimonio scolorisce con l'accendersi della passione per la canadese Denyse Ouimet, destinata a  diventare la seconda M.me Simenon. Figli: il più grande Marc daTigy, avuto in ancora in Francia, E poi quelli americani di Denyse: John e Marie-Jo. La carovana composta dal romanziere, da la ex-moglie, dalla moglie, dai tre figli, da la femme de chambre, Boule, e dall'istitutrice di Marc si sposta lungo le roads americane suscitando una certa riprovazione per quella specide di famiglia allargata (dove i ruoli non apparivano affatto chiari) carovana che certo non corrispondeva al concetto puritano che gli americani degli anni'50 avevano del nucleo familiare. Anche per questo Georges non riesce ad integrarsi con gli americani? Eppure è ormai un romanziere riconosciuto anche nel nuovo continente, oltre che nel vecchio, dove le sue quotazioni salgono sia nella considerazine della critica sia nel gradimento del pubblico. I suoi romans durs lo portano ad un passo dalla nomina per il Nobel, il suo Maigret gli procura popolarità e fama in una cinquantina di paesi in cui viene tradotto. E' un momento magico. Ma anche l'idillio con gli Usa si esaurisce e nel '55 l'dea di tornare in Europa diventa realtà.


LO SVIZZERO - Dopo un paio d'anni passati tra Parigi, la costa Azzurra e qualche viaggio, Georges diventa un abitante della Svizzera. E' il 1957 quando prende casa (in verità si tratta di un castello) ad Echandens, nei pressi di Losanna. E' una data importante perchè questo romanziere giramondo finalmente si ferma. Fino all'anno della sua morte, il 1989 rimarrà in quei pressi. Oltre trent'anni, un periodo così lungo per lui (Il più lungo in una sola nazione) dove successe di tutto. Nel '58 nasce il suo quarto figlio, Pierre. Nel '64 la definitiva fine della convivenza con Denyse che era divenuta da anni, problematica se non impossibile. Nel '66 l'inaugurazione a Delfzijl di una statua dedicata a Maigret. Nel '70 muore la madre Henriette. Inizia in quegli anni la relazione con Teresa Sburelin che da tempo è al servizio della famiglia Simenon. Nel 1972, non riuscendo ad entrare in état de roman per il suo nuovo libro Victor, decide che è il momento di smettere di scrivere. Addio narrativa. Sul suo passaporto farà scrivere, al posto di romanziere, "nessuna professione". Nel '78 il drammatico e devastante suicidio della figlia Marie-Jo. Nell'81 pubblicazione del suo testamento biografico, Memoires intimes. Georges muore nell'89 tra le braccia di Teresa. 
(m.t.)

6 commenti:

  1. Très beau portrait de Simenon, l'homme et le romancier. Magnifico, Maurizio, bravo !

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  2. bisognerebbe valutare quale dei quattro Simenon ha scritto le opere migliori..certo il giovane di Liegi parte un po svantaggiato in questa competizione ma dello scrittore maturo secondo voi quale periodo è stato il migliore?

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    1. Difficile question, Andrea... à laquelle la réponse est probablement: Simenon est le "meilleur"... à chacune des étapes ! On trouve des romans excellents chez le "Simenon français": les 19 Maigret de la période Fayard, que certains considèrent comme les meilleurs de la série, mais aussi L'homme de Londres, Le testament Donadieu, L'homme qui regardait passer les trains, Le voyageur de la Toussaint, ou encore l'oeuvre "matricielle" Pedigree, et les 6 Maigret chez Gallimard, qui sont parmi mes préférés, etc... Ce Simenon-là, c'est celui de la jeunesse, de la "pétulance", le découvreur d'horizons et de vies... Pour le Simenon "américain", les Maigret écrits aux USA font partie des "grands crus", et pour les autres, on peut citer Lettre à mon juge, La neige était sale, Les fantômes du chapelier, La mort de Belle... et tant d'autres... qui témoignent des grands thèmes traités par le romancier: passion, rivalité fraternelle, "le métier d'homme est difficile", etc... Une époque féconde pour Simenon, avec la "période heureuse" de Lakeville... Pour le Simenon "suisse", parmi beaucoup: Le passage de la ligne, Betty, Le train, La chambre bleue, Le petit Saint, Le chat, et tant d'autres... il faudrait tous les citer ! Pour les Maigret, c'est l'époque des grandes interrogations de Simenon: relations dans le couple, interrogations sur la justice et la responsabilité. Pourrait-on parler d'une certaine "maturité" du romancier, qui a appris à traiter les sujets qui lui tiennent à coeur de la façon dont il en avait envie... ? Donc, en résumé, il n'y a pas de "hiatus", de solution de continuité entre ces quatre étapes: c'est toujours le même Simenon qui écrit, avec le même talent, mais, au fil du temps, avec le recul qu'on acquiert avec les expériences de vie accumulées...

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  3. scrive Murielle:"il n'y a pas de "hiatus", de solution de continuité entre ces quatre étapes: c'est toujours le même Simenon qui écrit, avec le même talent"
    ...era la risposta che mi aspettavo,come non essere d accordo

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